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martedì 11 luglio 2017

E' ufficiale: lo "storico " formaggio si sposta a Morbegno

Con un comunicato ufficiale della società valli del Bitto benefit, a firma del presidente Paolo Ciapparelli, è stato annunciato un importante avvenimento che avrà luogo entro il 2017: l'apertura della nuova sede dello "storico ribelle" presso lo storico Palazzo Folcher di Morbegno.  


Coerente con la sua storia lo "storico ribelle" ha sempre fatto affidamento sulla generosità e sulla lungimiranza dei privati cittadini . L'apertura di una sede a Morbegno rappresenta la realizzazione di un sogno: il formaggio storico trova "casa" in una sede prestigiosa, con secoli di storia alle spalle, in un contesto che rappresenta un riferimento noto e importante nella città. Grazie alla generosità e lungimiranza della famiglia Colombini, gli  attuali proprietari, che si sono  assunti l'onere di un impegnativo restauro conservativo e che concederanno in uso alcuni spazi  alla società valli del Bitto benefit  per un ambizioso progetto di valorizzazione dell'immobile ma anche della porzione urbana in cui inserito, della città e del mandamento. 

I locali dell'attuale "casera" di Gerola  verranno comunque utilizzati sino alla scadere del contratto, nel 2033. I canoni d'affitto, sono stati infatti corrisposti anticipatamente al comune di Gerola. Gli orari e i giorni di apertura saranno però, una volta aperta la sede a Morbegno, riconsiderati alla luce delle esigenze della società .


Il Giorno del 4 luglio 2017

A Morbegno perché il territorio di riferimento va oltre le valli del Bitto


La scelta dello spostamento a Morbegno del cuore dell'attività dello "storico ribelle" è legata alla volontà di allargare il territorio di riferimento di questa storia affascinante di formaggi e di alpeggi oltre la "ridotta" delle valli del Bitto e Morbegno, storicamente legata alla commercializzazione del formaggio bitto, una sede naturale. 


La Provincia del 3 luglio 2015


Dove si va? Una collocazione che non potrebbe essere più bella: il Palazzo Folcher 

Il palazzo, ristrutturato nel XVIII secolo (come denuncia la facciata), presenta una struttura originaria medioevale costituita da ambienti sotterranei voltati adibiti a cantine  e magazzini e da stanze, collocate al piano terreno e a quello soprastante, utilizzate come botteghe e abitazioni. Originariamente l'area dove sorsero le strutture originali era rappresentata da una porzione urbana caratterizzata dalla presenza di case-botteghe. Lo spazio sul quale si affaccia l'attuale palazzo era chiamato "Piazza grande" poi, dal Seicento, "Trivio del mercato". Il tutto a sottolineare la funzione commerciale legata alla posizione tra il nucleo urbano centrale e le vie di comunicazione (il vicino ponte sul torrente Bitto).   

Il palazzo attuale prese forma anche annettendo strutture  vicine. Esso assunse nel complesso un aspetto signorile in coerenza con le trasformazioni del periodo che vide la crescita d'importanza della zona per la presenza di altri palazzi nobiliari, edificati da eminenti famiglie (palazzo di vicolo Scenaia, palazzo Melzi). Non cessò, però, di svolgere funzioni anche di tipo commerciale e di rappresentare un elemento riconoscibile per la città, specie nell'Ottocento con l'importanza del caffè che si mantenne nel Novecento con il  "caffè-pasticcieria Folcher" che durante la belle époque, e per gran parte del secolo successivo, fu l’elegante ritrovo della borghesia locale. Esso era anche un luogo accogliente per gli intellettuali e una specie di caffé letterario con tanto di biblioteca a disposizione degli avventori. 

Ci piace vedere nel racconto del Folcher fatto di storia, signorilità, operosità commerciale e artigiana, cenacolo intellettuale unelemento di grande auspicio, un solco già tracciato che per lo "storico" rappresenta una sfida impegnatica ma anche una fantastica opportunità di cogliere una grande eredità. 

Il nome attuale del palazzo risale agli inizi del Novecento. Nella  seconda  metà  del  XIX secolo si susseguirono vari proprietari: l'edificio passò dapprima dalla famiglia Calderari agli Oreglia d'Isola, poi fu venduto nel 1899 a Giacomo Folcher. La famiglia Folcher proveniva dai Grigioni ed era (ed è rimasta) ben radicata a Morbegno, da essa uscirono, canonici, cancellieri, ufficieli dell'esercito. Essa operò il restauro dell'edificio  al piano terra del palazzo settecentesco.

Grazie ai valori storici (come si deduce dalle brevi note sopra riportate) , a quelli di integrità archettonica esterna ed interna, alla preziosità degli apparati decorativi, alla complessa e pregiata architettura,  la Direzione per i beni culturali e artistici della Lombardia  ha decretato (7.11.2014)  che il bene "Casa Folcher e giardino" è da considerare "di interesse storico-artistico e storico-relazionale particolarmente importante" ai sensi del Codice dei Beni Culturali  e del Paesaggio. Ciò significa che il bene è sottoposto a tutte le disposizioni di tutela (vincoli) contenuti nel Codice stesso. 

La ricca facciata, a  buona  integrità  dell'assetto  interno  e  del  suo  apparato decorativo permettono di segnalare  l'edificio quale notevole esempio dell'arte e della storia della città di Morbegno .

Vediamo allora come si presenta la struttura dell'edificio (che era al tempo stesso destinato ad abitazione e ad attività comemrciali) . Esso si sviluppa su tre livelli. Un ampio androne immette su una corte porticata  sulla quale si affacciano vari ambienti.  Due ampi locali dei vari appartamenti di cui si componeva l'edificio  sono di particolare pregio: uno presenta un soffitto con decorazioni a stucco con motivo araldico  centrale,  databile  agli  anni  '70-'80  del  XVIII  secolo. Un  secondo  ambiente,  collegato  al  precedente,  permette  l'uscita  su  una  terrazza affacciata sul giardino. Anch'esso  presenta  pareti e soffitto interamente  dipinti. 


Come verranno utilizzati gli spazi

Lo "storico ribelle" utilizzerà un'ampia sala a piano terra con accesso diretto dal cortile principale, sala che presenta dei dipinti di natura floreale che ben si intonano con l'ampio giardino verso il Bitto a cui si accede direttamente con apposita scala. In questo spazio verrà allestito il punto di degustazione e vendita dei prodotti tipici. L'apertura di questo spazio consentirà di valorizzare al meglio non solo lo "storico" ma anche tutti i prodotti dei casari-alpigiani dello storico formaggio d'alpeggio e quelli dei produttori che, in Valtellina e nelle Orobie, si stanno mettendo in rete con i "ribelli del bitto". Saranno valorizzati i prodotti (bnon solo caseari) di contadini (singoli o associati) che credono nei valori di una nuova agricoltura etica e resistente, aperta all'innovazione e alla cooperazione ma anche salda nella tradizione, capace di porsi come espressione della cultura e dell'economia del territorio e di  interagire in modo virtuoso con altri operatori del commercio e del turismo.

La corte interna in fase di ristrutturazione


Non a caso nel progetto di valorizzazione degli spazi concessi nell'ambito del Palazzo Folcher si parla esplicitamente di presidi Slow Food (non solo "storico ribelle" ma anche i prodotti della capra orobica e il costituendo presidio del formaggio invernale prodotto in azienda, con latte crudo , senza fermenti e dal latte di sole razze alpine. Non si venderanno solo formaggi ma, operando in modo molto selettivo la scelta dei produttori, anche altri prodotti a partire da quelli degli amici del grano saraceno di Teglio e di alcune cantine valtellinesi particolarmente "eroiche". A fianco del punto vendita sarà attiva, su prenotazione, la possibilità - per gruppi di 20-30 persone - di assistere a filmati e degustazioni guidate in un contesto solenne e di straordinaria valenza architettonica. Come nell'antico caffé vi saranno libri e altri materiali da consultare. Si punterà sull'arrivo di gruppi interessati e moticati,  come del resto avviene già a Gerola (con la differenza che sarà possibile accogliere un flusso maggiore di visitatori in considerazione della migliore accessibilità). 

Oltre agli spazi descritti, lo "storico ribelle" utilizzerà, dando loro nuova vita, due ulteriori piani delle sottostanti cantine  di costruzione tardo medioevale. Gli spazi si sviluppano su una superficie di 200 mq di ambienti voltati in pietra naturale. Le cantine saranno accessibili dal giardino e dalla scala principale e serviranno per lo stoccaggio e la stagionatura dello "storico ribelle" con la possibilità di accesso al pubblico per visite guidate in quello che sarà un vero e proprio museo, al tempo stesso vivo, ma anche ricco di documenti storici e suggestioni. Le strutture saranno mantenute integralmente nella loro conformazione e con i materiali originari che testimoniano secoli di storia.

Le cantine del Folcher, risalenti almeno al XV secolo, si sviluppano su più livelli, creando la possibilità di una suggestiva ambientazione, un circuito di visita del "museo del formaggio e della storia" senza alterare minimamente le strutture nè la primitiva funzione commerciale. Un nuovo impulso per lo "storico ribelle" ma anche per la città di Morbegno


L'aspetto emozionante, che non mancherà di far presa sui visitatori, è che le cantine sono coeve del periodo in cui il formaggio della valle del Bitto assumeva le caratteristiche conservate sino ad oggi dallo "storico ribelle". Non sappiamo per certo se in queste cantine (che probabilmente in alcuni periodi della loro storia erano anche aperte al pubblico) si stagionava il formaggio, ma è molto probabile. Quello che sappiamo è che le ricche famiglie valligiane (proprietarie di alpeggi e miniere) spostarono nel tempo la loro attività a Morbegno nel contesto di una intensa circolazione di persone, famiglie, imprese, capitali che interessava il Lario, la Valsassina. la Valbrembanae. Sappiamo anche che il commercio del Bitto (anche se in volumi inferiori a quelli esitati sulla piazza dei Branzi in Valbrembana) coinvolgeva Morbegno anche ben prima del boom degli inizi del Novecento con l'apertura della casera sociale e l'avvio della mostra dei formaggi valtellinesi. Non è escluso che nuove indagini storiche gettino nuova luce su questi aspetti di storia morbegnese.
In ogni caso a Gerola i muri della "casera" erano stati costruiti di fresco e sono stati valorizzati dalle teste e dal cuore di coloro che li hanno arredati e abitati, dalle storie con l'anima che essi hanno saputo raccontare e ricostruire. Al Folcher sarà diverso: le teste saranno le stesse ma saranno gli stessi muri storici ad incrementare il valore del progetto, a "parlare".


Un punto di riferimento culturale oltre che eccellenza gastronomica

Coerentemente con la propria mission la società valli del Bitto benefit si prefigge di organizzare, al di là dell'attività commerciale e della gestione del museo, anche eventi particolari di carattere culturale e gastronomico. A tal fine la proprietà gli spazi concederà anche l'utilizzo dell'affascinante sala delle feste, anch'essa collegata (come lo spazio vendita) direttamente al giardino di 400 mq, con affaccio sul Bitto e sulla biblioteca dell'architetto Caccia Dominioni.


La Sala delle feste in fase di restauro


La rete di relazioni che lo "storico ribelle" (e ancor prima il bitto storico) hanno saputo intessere non solo con importanti protagonisti dell'agroalimentare di eccellenza,  enogastronomi, giornalisti ma anche con esponenti del mondo artistico e letterario, con associazioni quali il Fai consentirà di rinverdire i fasti del Folcher quando era punto di riferimento anche culturale della vita morbegnese. Si parlerà di cibo ma intrecciandolo alla storia, all'arte, alla letteratura, ai temi dell'ecologia e di una nuova etica della terra e del cibo. 



Per alcuni eventi particolari vi sarà la possibilità di utilizzare il giardino
 con affaccio sul torrente Bitto


Al di là del valore di "officina" di idee e di iniziative rivolte alla città del Bitto, il progetto di valorizzazione del Folcher all'insegna dello "storico ribelle" si prefigge di attirare a Morbegno da una vasta area della Lombardia un pubblico interessato alla qualificatissima offerta di prodotti agroalimentari attento ai temi proposti attraverso le proposte culturali e gastronomiche. Dal momento che la società valli del Bitto non si propone di esercitare attività commerciali su ampia gamma merceologica né, tanto meno, quelle di ristorazione, le attività che verranno innescate apriranno ampi spazi di collaborazione e complementarietà con gli operatori del settore del commercio, della ristorazione, dell'ospitalità alberghiera, con l'auspicio di contribuire alla costruzione di un polo di eccellenza nel turismo gastronomico anche con attenzione ad una platea internazionale. 

In tutto questo potrà svolgere un'azione positiva anche l'amministrazione comunale che ha già dimostrato interesse al progetto attraverso la partecipazione al convegno dell'11 marzo promosso dalla società valli del Bitto benefit e dalla rete "Territori del cibo" presso il Museo civico e patrocinando il successivo convegno di Bergamo della rete "Territori del cibo". 


Quando?

Entro il 2017. Intanto, però, lo "storico ribelle" ha bisogno dell'aiuto di tutti coloro che lo ammirano e credono al significato dei valori e dei modelli che incarna. Si può aiutare in tanti modi.

  • Partecipare alla campagna di azionariato popolare. Dopo il cambio di statuto per divenire Società Benefit, secondo la nuova legge in vigore dal 1 gennaio 2016, la Società Valli del Bitto riapre la campagna di azionariato popolare. Società benefit è quella che non mira solo al proprio utile ma a vantaggi per la società, il territorio, l'ambiente.La Società Valli del Bitto punta solo alla sostenibilità economica e non al lucro. Senza di essa non potrebbe conseguire i propri scopi che sono in primo luogo garantire - attraverso la valorizzazione economica - la sopravvivenza del formaggio "storico ribelle" (ex-bitto storico) con tutto il suo sistema di produzione in alpeggio che rappresenta un monumento di cultura e di biodiversità. Lo "storico ribelle" è Presidio Slow Food, il presidio che - a detta di Slow Food - incarna forse al meglio il principi del cibo "buono - pulito - giusto". Tutti possono partecipare a questa Società che incarna l'ideale dell'agricoltura etica sostenuta dalla comunità che, a sua volta, sostiene il territorio. Si diventa soci anche solo con 150€ ( con un tetto di 20 mila €). A tutti i soci viene riconosciuto un "dividendo etico" in natura pari al 2% del capitale sottoscritto e uno sconto del 10% sul prodotto Tutti i soci partecipano all'assemblea e al pranzo sociale. Per sapere come associarsi:  TEL. 334 332 53 66info@formaggiobitto.com

  • Adottare una forma in dedica vai a guardare qui

  • Offrirsi come volontari per le varie attività culturali e sociali svolte dalla società valli del Bitto Benefit e per  costituire un'associaizone di sostenitori dello storico ribelle (scrivete a redazione@ruralpini.it)

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