RIPARTE LA CAMPAGNA SI SOSTEGNO ALLO STORICO RIBELLE (EX-BITTO STORICO)

BLOG UFFICIALE DEI RIBELLI DEL BITTO (SOCIETA' VALLI DEL BITTO BENEFIT)
La Società valli del bitto benefit è la forma organizzata, in grado anche di svolgere attività economica a sostegno dei produttori. Sono soci della "Valli del bitto benefit" i sostenitori (con ruoli di finanziatori/collaboratori volontari/consumatori), i produttori, i dipendenti Per associarsi basta acquistare una sola azione dal valore di 150 € per info: 334 332 53 66 info@formaggiobitto.com. Aiutaci anche anche acquistando una forma in dedica o anche solo un pezzo di storico ribelle vai allo shop online

mercoledì 24 maggio 2017

Storico ribelle simbolo di paesi e paesaggi FAI





Lo storico ribelle, con un sorridente Ciapparelli (il guerriero del bitto), campeggia dai manifesti di grande formato che annunciano l'evento gastronomico del FAI. Manifesti che non si possono non vedere entrando a Milano (e in altre città).
Da tempo l'organizzazione che si batte per la salvaguardia del patrimonio italiano (arte, natura, paesaggio) ha anch'essa incluso il cibo, quello che rappresenta un bene storico-culturale, quello che 'costruisce' il paesaggio rurale, tra il patrimonio oggetto del suo interesse di conservazione, tutela e valorizzazione. Così nell'ambito di uno dei beni più emblematici di proprietà del FAI si organizza per la seconda volta un evento che celebra eccellenze gastronomiche che non rappresentano solo il "buono" ma che incarnano anche il valore patrimoniale (in senso culturale) del cibo. Quella ricchezza che il monopolio del cibo industriale, sempre subalterno ai meccanismi del sistema mondiale,  vorrebbe cancellare (anche quando si presenta come "Made in Italy").


Il messaggio di Paesi e Paesaggi incita a "fare sistema", a lavorare per una valorizzazione congiunta delle vere eccellenze gastronomiche, storie di cultura, passione, arte alimentare, e patrimonio storico-artistico-monumentale. In questo modo si riuscirà ad esorcizzare la trasformazione dell'Italia del cibo, (ma anche quella del gusto e dell'arte) in una Disneyland globale "da bere", con gli italiani ridotti a comparse impoverite costrette a svendere, a mercificare un patrimonio che, venute meno le relazioni che lo hanno generato, diventa una scenografia di lusso, un fondale vuoto. L'Italia grande Mulino bianco dell'arte e della cultura (oltre che del cibo finto Made in Italy).

Non è un caso se lo storico ribelle e Paolo Ciapparelli sono i testimonial di tutto ciò. Lo sono in forza della tenacia consapevole con cui incarnano il ruolo di "ribelli del cibo" sapendo che non c'è in gioco solo il cibo, ma un sistema di valori dalla cui tenuta (o cedimento) dipende la direzione che prenderanno gli sviluppi futuri.

La posta è alta ed è solo per questo che il formaggio ribelle, grazie al sostegno che riceve in Valtellina, a Bergamo, in Lombardia e anche molto più in là riesce a "tenere botta" agli attacchi furibondi che la lobby im?prenditorial-politico-burocratica locale da anni sferra contro i ribelli del bitto.

Nonostante tutto Davide resiste agli attacchi coalizzati dell'establishment valtellinese: Provincia, Comunità Montana, Camera di Commercio,  Coldiretti, comuni, Associazione allevatori, Latteria sociale Valtellina (e gli "interessi forti" che stanno dietro). Resiste perché ha dalla sua una forza morale ma anche perché riesce a comunicare i valori etici che sono alla base della sua resistenza.

Oltre all'appoggio di Slow Food i ribelli del bitto possono contare anche sull'appoggio del Fai, con il quale è in atto un progetto agroculturale di recupero di un alpeggio che era stato abbandonato (alpe Pedroria, un bene Fai). 



Sarebbe bello vedere la smorfia sulla faccia dei vari personaggi espostisi nella campagna contro i ribelli del bitto (i vari Deghi, Bertolini, Marsetti, Vanini, tacendo delle squallide comparse) quando venendo a Milano in questi giorni si trovano davanti il faccione sorridente del Ciapparelli. 
Si mettano il cuore in pace. I ribelli del bitto non cederanno mai. 

Aiutaci: La Società valli del bitto benefit è la forma organizzata, in grado anche di svolgere attività economica a sostegno dei produttori. Sono soci della "Valli del bitto benefit" i sostenitori (con ruoli di finanziatori/collaboratori volontari/consumatori), i produttori, i dipendenti Per associarsi basta acquistare una sola azione dal valore di 150 €.info: 334 332 53 66 info@formaggiobitto.com

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domenica 14 maggio 2017

Forme in dedica di storico ribelle: un fatto di costume


Tra creatività commerciale e nuova modalità comunicativa ed espressiva. Un fenomeno nuovo e interessante in cui il cibo si conferma uno strumento per comunicare, per costruire simboli. Ma restando cibo, creando valore aggiunto, anche economico.

Le forme di storico ribelle, ormai sono raccolte a centinaia nel "caveau" del Centro del bitto (il riferimento è al torrente, ) di Gerola alta. Comunicano la sensibilità sociale di un'epoca di rapida trasformazione in cui il cibo è al centro di conflitti e opposte visioni della società e del suo futuro. La forma personalizzata che fa da supporto alla veicolazione di un contenuto comunicativo è di per sé l'antitesi della serializzazione, una rivolta dell'artista-artigiano-maestro contro il cibo industriale, il formaggio di plastica "vestito" da Mulino bianco, la semantica della menzogna industriale. Una rivolta che stringe in una complicità 'buona' chi produce e chi co-produce.

La 'galleria' delle forme in dedica è un libro aperto, un flusso narrativo collettivo, come gli ex voto dei santuari. Con la differenza che qui c'è un turn-over naturale perché la forma in dedica in esposizione dopo qualche anno è destinata a tornare ad essere cibo. E qui è la sua forza e la sua efficacia. Non puro simbolo ma cibo simbolico, cibo che racconta.



Dopo una onorata 
carriera di simbolo, di icona, di supporto di messaggi che - a loro volta - esprimono valori, idee, speranze, gioie, ironia una forma di storico ribelle in dedica viene ritualmente aperta e consumarta. In occasione di un anniversario, di un matrimonio, di una riunione importante di un'associazione, di un gruppo di amici. 
Questa collezione di forme in dedica, questa raccolta, esprime qualcosa si personale, sentito, partecipato dalle tante persone che sono passate di qua. E che qui hanno lasciato qualcosa di sé. Proprio come gli ex-voto. 

Quando questo santuario a suo modo veramente sacro viene chiamata "casera", o anche "museo", viene un po' da ridere. Qui la gente arriva perché spinta da convinzioni abbastanza precise, che qui, trovano conferme, chiarimenti, espressioni. Qui si lascia qualcosa. Ma si incontrano anche spunti di riflessione. 

 Il prezzo della forma di formaggio è anche un'offerta al santuario, ai valori che simboleggia, alla sua perpetuazione, ma molto concretamente a quel sistema di economia morale che si è costruito intorno allo "storico ribelle" e che qui trova il suo centro simbolico e concreto.

Nel linguaggio delle forme in dedica si osservano i più svariati registri: da quello goliardico a quello lieve ed ironico a quello militante. Sì perché oggi la 'politica' è depoliticizzata (è il regno delle lobby), mentre il cibo ed altre sfere della vita sociale si caricano di politicità (in senso buono: di discorso sui valori comuni, sulle scelte della comunità, sulla polis).


La forma in dedica qui accanto grida di una rivolta. Che subisce anche sconfitte. The last Trona soliva. L'ultima forma di storico ribelle dal mitico alpeggio dove solo pochi anni fa era al lavoro, instancabile alla soglia degli ottanta Mosè, il patriarca del bitto storico (che si poteva chiamare ancora così). L'uomo anteponeva il benessere dei suoi animali e la cura del pascolo al suo e a quello dei suoi. E operava ancora come i 'vecchi', in modo naturale, perché ancora immerso in un mondo di riferimenti 'organici'. Erano semplicemente criteri diversi da quelli 'moderni' (senza con questo poter dare giudizi di valore). 

Trona era l'alpeggio dei calecc' e delle capre orobiche, un altro 'libro' che raccontava di un passato lontano tanto da essere divenuto oggetto di studio di archeologia (tesi dell'Università di Zurigo). La famiglia Manni, per problemi famigliari, ha ceduto. Il comune di Gerola, proprietario dell'alpe, impegnato insieme alle lobby e alle istituzioni provinciali a combattere i ribelli del bitto e lo 'storico ribelle', farà ovviamente in modo che la produzione dell'alpeggio rientri nella DOP, nell'alveo del bitto 'istituzionale'. 


Come tutti gli alpeggi che sono stati costretti ad abbandonare la ribellione (attraverso lo strumento della concessione in affitto da parte dei comuni o quello dello spauracchio del mancato ritiro della produzione invernale da parte della latteria di Delebio) anche Trona, per un po', fingerà di produrre un bitto 'storico'.  Poi la sirena dei carri mungitura, dei mangimi, dei fermenti finirà - come si è puntualmente verificato per gli altri alpeggi che hanno "disertato" dal campo ribelle - per prevalere.

Ma ci saranno nuovi ribelli a prendere in mano la bandiera. Fuori dalle valli del Bitto dove i comuni, la comunità montana, il Parco, la camera di commercio, ecc. agiscono di conserva da anni per "soffocare la ribellione". Ovvero usando carote e bastoni per 'normalizzare' gli alpeggi ribelli che erano usciti dalla dop e avevano aderito prima al 'bitto storico', poi allo 'storico ribelle'. Le valli del bitto e Gerola in particolare, piegando la testa alle lobby e al bitto dop prodotto a Madesimo e a Livigno, hanno tradito la grande tradizione dei casari del bitto. Il bitto/branzi/formaggio grasso della Valvarrone e Valsassina  era un prodotto delle Orobie. Vuole dire che chi, nell'ambito orobico, seguirà la filosofia dello 'storico ribelle' sarà il benvenuto. Il blasone di nobiltà delle valli del Bitto, e di Gerola in particolare, è stinto. 

Messa sotto assedio dalle lobby, camuffate da enti e istituzioni, la ribellione del bitto ha trovato nuovi e formidabili appoggi da parte di imprenditori illuminati fuori dai giri delle cricche e decisi a operare a favore del territorio, impedendo che la preziosa risorsa dello 'storico ribelle' vada dispersa. Nel resoconto dell'assemblea del 14 maggio che pubblicheremo a breve renderemo conto della grande novità consistente nell'apertura di una nuova sede a Morbegno in un palazzo storico nel cuore antico della "città del bitto".


 Intanto vi facciamo vedere come nasce una 'forma in dedica'. Questa è 'nata' oggi. E a vergarla una ragazza del gruppo dei 'soci' che l'hanno acquistata. 

Ogni forma significa un acquisto anticipato e quindi un concreto sostegno ai ribelli del bitto. Se lo vediamo dal punto di vista del co-produttore è però anche un buon investimento. Il costo per il mantenimento della forma nella sua 'casa d'origine' ( il caveau con climatizzazione naturale)  è di soli 10€ all'anno. 


Considerato che una forma pesa oltre 10 kg e che per ogni anno di invecchiamento il prezzo sale di 5/10€, l'anticipo consente di acquistare forme stravecchie al prezzo di quelle di meno di un anno di vita. Certo bisogna aver pazienza. Però la soddisfazione di venire a vedere la propria forma di storico ribelle è un valore aggiunto che spiega perché questa modalità di ' consumo etico' si stia consolidando.

Ti interessa una forma in dedica? vai a guardare qui

AIUTACI - La Società valli del bitto benefit è la forma organizzata, in grado anche di svolgere attività economica a sostegno dei produttori. Sono soci della "Valli del bitto benefit" i sostenitori (con ruoli di finanziatori/collaboratori volontari/consumatori), i produttori, i dipendenti Per associarsi basta acquistare una sola azione dal valore di 150 €.info: 334 332 53 66 info@formaggiobitto.com






sabato 13 maggio 2017

Dal Friuli e dall'Austria malghesi in visita allo storico ribelle



Il 7 maggio un gruppo di amici malghesi della Carnia-Valcanale, della Gailtal e della Carinzia (Austria) che hanno percorso molti km per scoprire la nostra realtà. Le condizioni meteo non erano quelle che ci si aspetta a maggio e la salita (impianti Fupes) e pernottamento al rifugio Salmurano (1900 m) è avvenuta in un contesto invernale.




Queste visite, questi 'pellegrinaggi' sono il segno forte di una volontà comune che si sta creando sulle Alpi di far rivivere le proprie montagne attraverso la storia e i prodotti autentici, obbiettivo molto distante dal modello agroindustriale che sfrutta l'immagine della montagna solo come marketing e che porta in tutto l'arco alpino su binari morti. In ogni caso sulla sudditanza all' industria, burocrazia, sotto il potere di ricatto di lobby e potentati locali spesso molto malamente camuffate da istituzioni (spesso solo dei ras di paese, ma comunque legati alle 'filiere' del potere).




Chi viene da lontano per conoscere l'esperienza dello storico ribelle non lo fa per copiare delle trovate di marketing ma per trovare motivi di resistenza e nuovo sviluppo territoriale, alla luce anche di principi di etica sociale che non sfiorano le suddette lobby (i cui esponenti sono comunque capaci di sciacquarsi la bocca con vacui paroloni che accennano alla 'sostenibilità'). Ecco il commento di una partecipante postato sulla pagina fb dello storico ribelle

Irriducibili e inossidabili, sovversivi e sognatori di una sana ribellione sociale, quella che con tenacia si coltiva e si alimenta con la passione e la perseveranza. Un' esperienza davvero contagiosa che trasmette e che riceve, in un fluido processo di osmosi e condivisione lungo le impervie catene alpine. Grazie.... vi aspettiamo in Friuli!