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martedì 8 novembre 2011

Il calendario dei Ribelli del Lagorai: la tradizione aperta al mondo

(09.11.11) È uscita la 9a edizione del calendario della Libera associazione malghesi e pastori del Lagorai. "Latte, caglio e fuoco" è il titolo del calendario: ma anche un grido di guerra (con armi pacifiche)

 

di Michele Corti

La catena del Lagorai si trova nel Trentino orientale e divide la val di Fiemme dalla val Sugana. non ci sono montagne spettacolari ma laghi, boschi e, soprattutto malghe. È un comprensorio dove la cultura tradizionale della malga è riuscita a resistere meglio di altrove in Trentino. La libera associazione malghesi pastori del Lagorai è sorta per tutelare questo grande patrimonio, etnografico paesaggistico, di cultura casearia. Così come i più noti Ribelli del Bitto anche i Ribelli del Lagorai sono inseriti in reti lunghe, guardano al mondo e il mondo guarda a loro. Il Bitto storico va a New York e a Parigi, il formaggio delle malghe del Lagorai in California.  Ricevono solidarietà ma la ricambiano generosamente. Loro, che dalle istituzioni ricevono spesso solo ostracismo. Eppure il ricavo dell'asta del bitto storico a Bra è stato devoluto interamente alla campagna Orti per l'Africa e quello della 9a edizione (2012) del Calendario della Libera Associazione malghesi e pastori del Lagorai sarà devoluto a favore dei pastori palestinesi delle colline di Ebron sotto pressione da parte dei colòni israeliani e della Tsahal.
Il guerriero e la pasionaria
Sono combattivi, sia Paolo Ciapparelli (il guerriero del bitto) che Laura Zanetti (la pasionaria del Lagorai) ma la loro è una guerra pacifica. Che tipo di guerra? La guerra del bitto, che Ciapparelli e i suoi conducono da diciassette anni (e chi i lettori  di Ruralpini credo conoscano). Quella della Zanetti e del suo manipolo (ancora più esiguo) di malghesi è del tutto analoga e se possibile ancora più difficile. L'ha spiegata ella stessa alla presentazione del calendario a Renzo Maria Grosselli, il giornalista dell'Adige che per la causa dei malghesi e della montagna in generale ha una rara sensibilità. "Che guerra è la tua, Laura?":
"Una pacifica dichiarazione ad un sistema che impone la tecnologia come esigenza economica ma anche ideologica. Dietro il calendario c’è evidentemente tutta la battaglia decennale dei malghesi per conservare l’ampia varietà casearia, da malga a malga. Ognuno col suo formaggio. Ciò è possibile solo se ogni casaro può applicare la propria ricetta personale, lavorando solo con latte e caglio".
L'obiettivo non dichiarato ma trasparente della polemica della Zanetti è la Fondazione Mach e, in particolare, il progetto di "biodiversità addomestica" (e un po' rubata) tendente a realizzare fermenti selezionati ad hoc per i formaggi di malga. Un passo in avanti certp rispetto a quando si consigliava di usare, anche nei caseifici di malga, le bustine delle industrie; ancora di più se si pensa che venti anni fa la provincia e l'allora Istituto di S.Michele allA'dige (oggi Mach) pensavano che le malghe non avessero futuro. Venne incentivato il trasporto del latte di malga nei caseifici a valle dove veniva mescolato con quello delle stalle di fondovalle dove già allora si faceva largo ricorso ai mangimi e ai foraggi importati.
Negli ultimi anni si è cercato di valorizzare le residue produzioni realizzate in malga e di separare nei caseifici il latte proveniente dalle malghe del resto di quello che vi viene conferito. Se l'economia della malga è stata in qualche modo rivalutata ciò lo si deve anche ai ribelli del Lagorai che hanno agito da pungolo, sia pure mal tollerato.  
 
Il ruolo del calendario

Grazie ad una serie di iniziative culturali, di corsi, di convegni ma, soprattutto, grazie ad un calendario (che ormai è giunto alla nona edizione) la Libera associazione malghesi e pastori del Lagorai ha molto contribuito, sia pure da posizioni critiche e conto corrente rispetto alle istituzioni, a rilanciare la consapevolezza del valore delle malghe. Molto tempo prima che l'accademia e i tecnoburocrati scoprissero la "multifunzionalità". Il calendario ha giocato un ruolo molto importante nel far conoscere l'associazione e le sue tematiche; diffuso capillarmente in Valsugana ma anche a Trento, Rovereto e in altri centri presso librerie e cartolibrerie ma anche direttamente dalla stessa Laura Zanetti che - fino a pochi anni fa - riusciva a fare acquistare parecchie copie persino all'assessorato provinciale all'agricoltura. Con la vendita del calendario la libera associazione riusciva ad autofinanziarsi evitando di dover vendere l'anima per trenta denari come succede spesso nell'ambito dell'associazionismo.
 
Foto Walter Pescara
Un calendario dai contenuti molto importanti (artistici, culturali, sociali, umani)
L'edizione 2012 del calendario si avvale dell'apporto di un fotografo di chiara fama, Walter Pescara (in passato hanno contribuito Christian Cristoforetti, Aldo Fedele, Roberto Spagolla e Flavio Faganello). Sono foto la cui bellezza non si lascia cogliere immediatamente, non sono 'lavorate' come certi vini (e certi formaggi). Sono di una bellezza semplice ma di una grande forza compositiva e cromatica.
Il calendario, però, quest'anno contiene  una straordinaria chicca poetica: una poesia inedita di Lawrence Ferlinghetti, il poeta della beat-generation. Ferlinghetti è un grande poeta e anche un editore a San Francisco. È amico di Laura ed un estimatore del formaggio del Lagorai. Non si tratta quindi di un accostamento casuale tra un artista e una causa 'originale' (di 'originale' c'è il formaggio delle malghe del Lagorai, quello si) ma di qualcosa di più profondo. Anche la traduzione in italiano dall'inglese è di un autore importante: Luigi Ballerini,  a sua volta poeta e docente di letteratura italiana all'Università della California (di Ballerini e di un progetto culturale che stiamo portando avanti insieme avrò modo di parlare prossimamente). La poesia inedita di Ferlinghetti si intitola:  "Non ci sono forse ancora le lucciole" ed è stata composta appositamente per il calendario del Lagorai (in fondo alcuni versi).

Foto Walter Pescara
Queste piccole produzioni eroiche, questi ostinati artisti del latte e i loro sostenitori sono un po' come dei Davide che devono combattere contro Golia. Gli apparati burocratici, i piani di sviluppo rurale, regioni, province, consorzi supportano ben altre produzioni, però questi formaggi ribelli ottengono l'appoggio dei grandi personaggi. Di poeti che riescono a vendere  milioni di copie di un loro libro di poesie. Al calendario mi onoro di aver portato anch'io un contributo con una breve presentazione scritta nella quale spero di avere trasmesso il senso di questa guerra pacifica in nome di una diversità biologica e culturale, contro la standardizzazione e la omologazione dei formaggi (e delle coscienze).
Foto Walter Pescara

Non ci sono forse ancora le lucciole
E le stelle in cielo ogni notte
Non riusciamo forse a vederli
nella sfera di cristallo della notte
questi segni del nostro “beatifico destino”?

L. Ferlinghetti, agosto 2011

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