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martedì 20 settembre 2011

Dopo tre giorni di trionfo un'asta decreta l'apoteosi per il Bitto storico orobico Presidio Slow Food

(20.09.11) Presente tutto lo stato maggiore di Slow Food e i rappersentanti dei Locali del Buon formaggio di tutta Italia, al teatro Politeama di Bra ieri si è tenuta un'asta eccezionale. Mai nella storia un formaggio era stato battuto a questi prezzi. Tre forme incassano 6.000€
  

Quello che è successo ieri a Bra passerà alla storia, non solo del formaggio. È successo infatti qualcosa di irripetibile: si è aperto un nuovo capitolo in cui finalmente un formaggio straordinariamente affinato arriva a quotazioni di migliaia di euro.

Il formaggio di alta qualità, grazie al Bitto storico orobico Presidio Slow Food,  entra in una dimensione nuova in cui sinora era il vino a fare da mattatore incontrastato. L'effetto di trascinamento può essere determinante per rilanciare il mondo del formaggio artigianale, degli artisti del latte, dei pastori, dei malgari. Si apre una speranza per tanti giovani disposti a sottoporsi a duri sacrifici ma che sappiamo non potranno resistere senza un ritorno in termini di riconoscimento sociale e di gratificazione economica. Per dare queste speranze è necessario che il formaggio industriale e quello degli artisti del latte, dei pastori, dei piccoli produttori, dei malghesi abbiano statuti differenti. Il prezzo, per quanto importante, è solo un aspetto di questa differenziazione.

Ma veniamo ai fatti. Ieri matttina, a Bra, nell'ultimo giorno di Cheese in un teatro Politeama gremito era riunito lo stato maggiore di Slow Food in occasione della consegna del riconoscimento di Locale del buon formaggio ad osterie, ristoranti, rivendite specializzate. L'asta dei bitti ultravecchi si è svolta in questo contesto, alla presenza di Carlin Petrini, Silvio Barbero, Piero Sardo e Roberto Burdese. Un emozionato Ciapparelli (il guerriero del Bitto) ha avuto l'onore (e l'onere) di tagliare forme del 1997 e 1998. Nonostante la precedente tassellatura l'ansia per il risultato era forte. "Avevo paura che il coltello non trovasse resistenza, che ci fossero dei vuoti, ero tesissimo".  Nonostante la tensione Paolo ha ricordato a beneficio del pubblico le tappe fondamentali della vicenda dei ribelli del Bitto sottolineando come, in alcuni frangenti, l'appoggio di Slow Food sia stato cruciale. Esso è stato in tutti questi anni il sostegno principale alla causa del Bitto storico.
Roberto Burdese

I produttori del Bitto storico orobico hanno inteso esprimere il loro ringraziamento per la sponda loro offerta da Slow Food e la incondizionata fiducia riposta in loro dal movimento della chiocciola (e daPiero Sardo in particolare) dedicando a Slow Food una straordinaria asta. Mettendo all'incantoforme del 1998, 1997 e 1996. Il Bitto storico è formaggio che stagiona sino a dieci anni e lo si è voluto dimostrare.


L'incasso dell'asta verrò a sua volta devoluto da Slow Food alla campagna mille orti per l'Africa che punta ad indicare un modello di sostenibilità alimentare costruito dal basso. Un grande formaggio per una grande causa.

Piero Sardo

Qualche parola sulle forme. La prima venne prodotta nell'estate del 1996 dal casaro Acquistapace Faustino all'alpe Trona Vaga. Un casaro eccezionale ora ritiratosi e con gravi problemi di salute. Quando ha saputo che la sua forma di dieci anni fa era la star di un grande evento di risonanza più che nazionale Faustino si è commosso alle lacrime. Il 1996 è anche un anno simbolo per il Bitto. È l'anno del riconoscimento nazionale del Bitto Dop, quello esteso inopinamente a tutta la Valtellina e persino alla Valchiavenna secondo la logica un po' becera che una produzione tipica deve corrispondere a confini amministrativi e politici ed espandersi su un'area vasta, in modo da 'avere i numeri'. In quella occasione vennero anche 'dimenticate' delle alpi storiche da Bitto in territorio brembano (Bg) e valsassinese (Lc).
Le prime due forme (1997 e 1998) sono state prodotte dal casaro Duca  Carlo, un govane (allora giovanissimo) che rappresebnta tutt'oggi una grande promessa per il Bitto storico. Carlo, soprannominato Tex Willer per la passione per i capelli western e il fazzoletto al collo,  ha una particolare 'mano' per le lunghe stagionature. I suoi bitti nei primi anni di età potrebbero anche non reggere il confronto con quelli di altri casari, ma dai tre anni in su conoscono una crescita qualitativa impressionante. Le forme di Carlo sono state  messe all'incanto in quarti di circa 2,5 chili ciascuno e sono state battute fra i 310 e i 430 euro al pezzo. Ovazioni. 
Silvio Barbero, il battitore

Quando è arrivato il turno di quella del 2006, prodotta da Faustino c'è stato il colpo di scena. la forma è stata messa all'incanto per intero (circa 12 chili) ed è stata battuta a 2.200 euro. Se l'è aggiudicata Virginio Cattaneo, titolare del ristorante La Brace di Forcola (So) e socio dalla fondazione della società Bitto trading spa, la società etica che rappresenta il braccio commerciale dei ribelli del Bitto e che conta tra i soci il Consorzio stesso dei produttori ribelli e i singoli produttori oltre a piccoli imprenditori, professionisti e sostenitori (coproduttori).


Cattaneo, che era a Cheese venerdì e sabato è apparso a sorpresa e non nascondendo la sua emozione, ha spiegato le ragioni dell'acquisto: "riportare a casa" la forma, restituendola al Santuario del Bitto  dove potrà continuare a stagionare ancora sino al giorno in cui “sarà maggiorenne”, ovvero fra tre anni. Questo coup de theatre ha molto colpito i presenti. La storia di Gino che 'paga due volte' la forma, prima contribuendo alla società del Bitto storico (una società etica senza utili) e poi ricomprando la forma ha fornito la misura delle passioni e delle convinzioni che animano la gente del Bitto storico, gente delle orobie ma anche delle città. Gente che ha identificato in questa vicenda concreta, ma altamente simbolica al tempo stesso, la scommessa sul futuro del cibo e dell'uomo. Alla presentazione del mio libro "I ribelli del Bitto" che si era tenuta sabato Piero Sardo con il pessimismo della ragione aveva affermato che la battaglia per il cibo buono pulito e giusto merita di essere combattuta anche se è molto probabile che sarà persa. Forse, però, dall'asta del Bitto storico noi tutti possiamo ricavare qualche elemento di speranza in più. Carlin Petrini (sotto con Gino che regge la forma da 2.200 €) di fronte a quanto successo si rivolto a Ciapparelli e gli ha detto "pensavo di essere matto, ma qui vedo gente più matta di me". Se ci sono questi "matti" la speranza c'è.

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